Greta Beccarello, le emozioni e i talenti della rete GRLS

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Grazia D

Editor-in-chief di Ascolta News | voice-first native publisher

Durante il Web Summit 2023, ho incontrato Greta Beccarello, una giovane startupper italiana,  espatriata a 18 anni in Inghilterra. Esperta di comunicazione con +10 anni di esperienza in aziende internazionali è una delle co-founder di GRLS una piattaforma, basata sull’intelligenza artificiale, che supporta la ricerca di talenti diversificati: donne e persone non binarie.

Sono qui con Greta. Chi è Greta?
È una bella domanda, nel senso che non si sa mai come rispondere in veste ufficiale. Greta al Web Summit è la co-founder di GRLS,  una piattaforma che utilizza un’intelligenza artificiale prioritaria per connettere talenti diversificati con aziende che hanno bisogno di diversificare la propria forza lavoro. Quindi, al di fuori di questo ruolo, mi piace definirmi come una persona molto creativa perché cerco di applicare questo approccio ad ogni problema che mi viene presentato. Qui in veste di startup abbiamo l’opportunità di farci conoscere, nell’area riservata alle startup italiane. Siamo qua principalmente per accrescere il nostro network e attirare decisamente nuovi partner e l’interesse degli investitori.

In che modo una leadership femminile impatta o potrebbe impattare positivamente nel settore della tecnologia?
Questa è una bellissima domanda, secondo me in tanti modi. Ci tengo anche a specificare che non c’è una leadership perfetta e quindi parlare di leadership femminile non vuol dire che bisogna per forza seguire questo stile. Secondo me la risposta sta proprio nel giusto equilibrio. Gli studi ci dimostrano che una leadership al femminile, tra virgolette, ha un impatto molto positivo sull’andamento di un’azienda e avere questo stile di leadership riesce a rendere i team più collaborativi, più produttivi e motivati. Per questo si parla di un approccio transformation e non transaction, che è l’approccio un po più tradizionale di quello a cui siamo abituati.
Siamo un team di cinque persone + due persone che ci supportano. Siamo persone molto diverse ma accomunate da interessi e valori molto molto forti. Una cosa molto bella del nostro team è che abbiamo tutti esperienze diverse, quindi ognuno di noi è in grado di ricoprire il proprio ruolo e la propria responsabilità in modo diretto, collaborando con gli altri. Diciamo che è sicuramente uno dei nostri valori più grandi, ne siamo molto consapevoli e facciamo sempre del nostro meglio per aiutarci, collaborare e creare un ambiente abbastanza aperto.

Quando è stato lanciato GRLS, come nasce?
GRLS ha una storia pazzesca, nel senso che nasce qualche anno fa e all’epoca l’embrione di per sé era una cosa molto diversa, molto lontana di quello che poi è diventato. Però si sa che le startup hanno una storia molto dinamica e cambiano e questo è un pò la natura del fare startup e di fare questo tipo di impresa. Ci siamo incontrate,  parlo di noi, dell parte femminile del team, grazie ai social. Questo va a dimostrare che la rete è la cosa più forte che noi possiamo creare ed è quello che poi noi cerchiamo di fare con Girls e con la nostra piattaforma.

La tecnologia è un “abilitatore” anche nella riduzione del gender gap?
Assolutamente. Io penso che noi ne siamo un bellissimo esempio. Secondo me l’accesso alla tecnologia permette alle persone di entrare in contatto con persone che altrimenti non potrebbero incontrare, e di poter trovare supporto, questa cosa mi piace sempre dirla. Tante di noi solo perchè donne, hanno un accesso molto limitato a risorse e opportunità. La nostra rete diretta, la famiglia, gli amici con i quali siamo cresciuti sono una cerchia limitata e quando siamo piccole non abbiamo la possibilità di avere determinati contatti, avere determinate opportunità e quindi in questo la tecnologia ti permette di arrivare lontano  abbattendo dei limiti, dei muri, che sono davvero pazzeschi. E  questo vale per il lavoro ma anche da un punto di vista proprio di opportunità. La tecnologia quindi deve diventare un po un abilitatore per fare qualcosa che altrimenti non potresti fare.

Come vi siete preparate per arrivare al Web Summit?P
Per prepararci al Web Summit noi abbiamo ufficialmente lanciato la versione della nostra piattaforma app in inglese. Quindi parlando anche proprio di rete, di tecnologia, di cambiamento, di opportunità. L’idea è di dare l’ opportunità ai nostri talenti, alle nostre utenti, di andare dove vogliono offline e anche online: questo è sicuramente uno dei nostri milestone, un bellissimo obiettivo e sono molto fiera di poterlo fare anche perché come italiana che vive all’estero da tanti anni è una cosa molto importante. Un’altra cosa importante che portiamo qui al Web Summit è che stiamo collaborando con aziende per portare valore aggiunto al nostro network, alla rete di contatti e alle aziende. Diciamo che noi lavoriamo molto a 360 gradi e per noi i talenti sono il valore più grande che possiamo fornire  alle aziende per cambiare, innovare, cambiare le regole del gioco, lo status quo.

E c’è un settore che secondo te ha più bisogno di avere una leadership femminile? Da dove partiresti. 

Banalmente, dalla tecnologia stessa. Siamo al web summit, abbiamo detto che la tecnologia è un trampolino però..guardati attorno e vedi che la maggioranza non è quella che ti fa sentire rappresentata. E quindi voglio invitare le bambine e le ragazzine a sentirsi libere di fare delle cose con emozione. Parlavamo di leadership al femminile. Si pensa alla leadership femminile come si pensa alla donna, come il sesso debole, si pensa alla donna come la persona emotiva. Però non è una brutta cosa. Lo dico con commozione, però non è una brutta cosa e dobbiamo essere in grado di evidenziarlo perchè questo è l’aspetto che veramente ci fa differenziare. È una parte molto umana e quindi diamogli valore, sottraiamoci al controllo di una società che ci da un’impostazione rigida: devi essere in un certo modo,  fare certe cose entro un determinato periodo di tempo quindi a trent’anni devi avere una casa e dei figli altrimenti non sei una vera donna però chi lo dice? Siamo nel 2023. Io penso che ognuno di noi possa avere un concetto diverso e quindi con GRLS è bello poter dare il supporto giusto alle persone, dire loro che hanno uno spazio sicuro dove possono essere chi vogliono essere, dove possono fare quello che vogliono fare. L’altra cosa che ci tengo ad aggiungere è che magari può sembrare difficile all’inizio, e non sembra vero di poter collaborare con persone diverse da te. Certe volte ci mettiamo dei limiti, dei paletti, da sole. E invece magari una volta che si batte quel primo muro,si scopre che al di là non siamo sole a pensare in questo modo, che non siamo sole ad attraversare dei momenti difficili, che non siamo sole ad avere certi dubbi, ad avere certe difficoltà. E allora una volta che capisci che il supporto è fondamentale, ti rendi anche conto di quanto poi anche tu puoi dare come persona. E quindi diventa una macchina che va da sola e ti permette di crescere e anche dare indietro. Perché poi c’è anche questo aspetto.

L’emozione è tutto, le tue sono bellissime parole perché hai raccontato la rete al femminile, qualcosa di potente che fa paura.

Assolutamente. Vi aspettiamo tutte e tutti. Si pensa al femminismo, alla questione di genere come ommioddio il mostro, il nemico. Invece si deve investire in un percorso educativo per comprendere l’altro, per mettersi nei panni di persone che magari hanno dei punti di vista diversi, delle esperienze diverse. La componente maschile è importante: in GRLS facciamo quello che facciamo per le donne, per le persone non binarie, però non allontaniamo gli uomini. Abbiamo bisogno degli uomini per combattere questa battaglia. E quindi l’invito è aperto a tutte, a tutti sempre.

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