“Nel 2045 saremo più divertenti, più sexy, più intelligenti, più creativi, liberi dai limiti biologici.” Chissà se riguarderà anche i vicini di casa.

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Grazia D

Dall’alto della sua esperienza (si occupa di AI da 60 anni!) Kurzweil ha fornito una retrospettiva storica e proiezioni audaci su come l’IA trasformerà la nostra vita nei prossimi anni.

“Siamo l’unica specie che crea strumenti che aumentano la nostra intelligenza”, dice Kurzweil, raccontando il progresso dell’umanità dal primo ominide che creò un utensile primitivo, fino alle sofisticate intelligenze artificiali come GPT-4. L’idea che la tecnologia continui a evolversi esponenzialmente è stato il fil rouge del suo discorso, supportato da una serie di grafici, frutto di un monitoraggio di ben 45 anni.

Kurzweil ha parlato di singolarità, un concetto, cavallo di battaglia, che lui stesso ha reso popolare: sarà un momento in cui l’intelligenza artificiale e la tecnologia diventeranno indistinguibili dalla coscienza umana. “La singolarità porterà questo nelle nostre menti. Diventeremo più intelligenti”, ha detto con entusiasmo, prevedendo che entro il 2045 la nostra intelligenza sarà ampliata di un milione di volte grazie ai nanobot che collegheranno i nostri cervelli al cloud.

Un altro focus del suo discorso è stato l’impatto dell’IA sulla medicina.
“C’è chi dice che l’IA non è creativa. È molto creativa”, ha invece detto citando l’esempio di Moderna che, grazie all’IA, è riuscita a creare il vaccino per il COVID-19 in soli due giorni. Ha inoltre menzionato le promettenti cure per il cancro sviluppate con l’aiuto dell’IA e il potenziale di AlphaFold 2, che ha determinato la struttura di milioni di proteine in un tempo record.

Kurzweil ha poi parlato di un altro tema a lui molto caro: la longevità, meglio dire la “velocità di fuga della longevità”, un concetto secondo cui il progresso scientifico ci permetterà di recuperare anni di vita persi grazie a nuove cure e trattamenti. “Intorno al 2030, recupererai un anno intero. Così perdi un anno, recuperi un anno. Quando supereremo quel punto, recupererai più di un anno e andrai indietro nel tempo, il che sarebbe fantastico”, ha infine chiosato ironicamente.

Un intervento puntuale, poco sensazionalistico ma radiosamente ottimista, nel quale Kurzweil ha parlato anche delle preoccupazioni riguardo alle risorse, rassicurando che l’IA rivoluzionerà anche questo aspetto. Ha sottolineato che basterebbe sfruttare una minima parte dell’energia solare che colpisce la Terra per soddisfare tutte le nostre esigenze energetiche, grazie ai progressi tecnologici esponenziali.

“Nel 2045 saremo più divertenti, più sexy, più intelligenti, più creativi, liberi dai limiti biologici”, nelle visioni di Kurzweil il futuro è legato all’AGI (intelligenze artificiale generale) e, non solo ci migliorerà intellettualmente, ma arricchirà anche ogni aspetto della nostra vita quotidiana.

Affascinante e provocatorio solleva domande cruciali su come gestiremo le implicazioni etiche e sociali di tali progressi. Come del resto fa in ongi suo libro, uno su tutti La Singolarità è vicina (Maggioli Editore).
Una cosa la sento sempre più vera, il futuro riserva davvero qualcosa di straordinario, se siamo, individualmente e collettivamente capaci di affacciarci con stupore umano.

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