La splendida cornice del Palazzo delle Esposizioni di Roma, fino al 4 giugno, ospita la première nazionale della mostra dedicata alle foto finaliste del prestigioso concorso internazionale di fotogiornalismo, il World Press Photo, che dal 1955, ogni anno, premia gli scatti più rappresentativi.
Davanti agli occhi degli spettatori, una galleria di 120 immagini che hanno cristallizzato gli eventi più importanti della nostra epoca.
La foto dell’anno è impressa nella mente di tutti: siamo in Ucraina, agli albori del conflitto che ha sconvolto l’Europa. La macchina del fotografo ucraino Evgeniy Maloletka documenta un’immagine straziante, simbolo della sofferenza umana e dell’atrocità della guerra: una donna incinta è trasportata in barella fuori dal reparto maternità di un ospedale danneggiato nel corso di un attacco aereo russo. Siamo a Mariupol ed è il 9 marzo 2022.
L’epilogo, purtroppo, lo conosciamo: né la mamma né il bambino sopravviveranno.
(Evgeniy Maloletka, Associated Press | World Press Photo of the Year)
Il lavoro di World Press Photo è prezioso, perché supporta i fotografi, facendo conoscere l’alfabetizzazione visiva ad un pubblico sempre più vasto e salvaguarda un diritto fondamentale in ogni democrazia: la libertà di stampa.
L’organizzazione Reporters Senza Frontiere (RFS) la definisce come: “l’abilità dei giornalisti, come Individui e come collettivi, di selezionare, produrre e disseminare notizie nell’interesse pubblico, indipendenti da interferenze politiche, economiche, legali e sociali e in assenza di minacce alla loro salute fisica e mentale”.
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