È stata catturata l’orsa Jj4, identificata come responsabile della morte di Andrea Papi, il runner di 26 anni trovato senza vita lo scorso 5 aprile in Val di Sole.
L’orsa, su cui già pendeva un’ordinanza di abbattimento, è rinchiusa nel Centro Casteller di Trento, definito “lager” dagli animalisti, ed è in attesa che il Tar si pronunci. I suoi tre cuccioli, invece, sono stati lasciati al bosco, soli.
L’opinione pubblica è divisa in due: c’è chi fin da subito ha voluto la soppressione dell’animale e chi invece sta lottando contro l’attuazione di insensate e retrograde ideologie.
Va ricordato che la scelta di ripopolare forzatamente quella zona è opera umana ed è un fatto politico. Ben diversa, è la gestione della fauna selvatica.
La madre del ragazzo, Franca Ghirardini, si dichiara contraria all’abbattimento: «La colpa non è di mio figlio e neanche dell’orso – scrive –. La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha diretto nel tempo il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano».
La soluzione a questa criticità non può essere eliminare o segregare gli animali, ma va individuata in azioni mirate che permettano la convivenza tra le varie specie, senza distruggere la natura e a tutela della vita e della sicurezza di tutti.