Si è da poco conclusa la settima edizione del Festival della Comunicazione non ostile, la due giorni triestina dedicata alle parole, che come insegna Parole O_Stili, possono essere pietre o piume, a seconda di come vengono usate.
La prima giornata, che ha dato il via all’evento, ha coinvolto le ragazze e i ragazzi delle scuole di tutta Italia: 500 gli studenti in sala ed oltre 13.000 quelli connessi in streaming.
Valentina Tomirotti, attivista sui temi della disabilità, ha inaugurato invece la mattinata successiva, con un monologo le cui parole hanno risuonato forte nella testa e nel cuore di tutti, o quanto meno di chi era lì per ascoltare e lasciarsi contaminare: “Non fare o dire niente che non vorresti fosse fatto a te”, è il suo “sacro comandamento dello stare al mondo”.
Ci sono parole amiche, che generano ponti, e parole ostili, che marcano la distanza. Ed è proprio la “distanza”, il tema centrale dei dibattiti.
A tenere le redini e a dispensare entusiasmo, c’è uno spigliato e ironico Pierluca Mariti (@piuttostoche) che apre le danze citando Umberto Saba e la sua Trieste, città che ha in sé una “scontrosa grazia”, e che conosce il concetto di distanza perché luogo di confine, crocevia di popoli e culture.
Cathy la Torre (@avvocathy), avvocata e attivista LGBTQ+, fa una riflessione sul ruolo dei social per avvicinare le persone ai temi sociali. Li descrive come “strumenti che vengono adoperati bene o male, così come si vive secondo valori” e sottolinea quanto sia “necessario riempire i social di contenuti che accorciano le distanze.” Conclude citando Alda Merini: “Vivi come le cose che dici”.
Rosy Russo, l’ideatrice di Parole O_Stili, ci parla della distanza come spazio: “Tra due punti, tra due vite, tra due esperienze d’amore, tra studio e lavoro, tra pace e guerra e ci ricorda come le emozioni aiutino a destreggiarsi tra le distanze, che si superano solo attraversandole e conoscendole”.
Dobbiamo dire grazie al Festival della Comunicazione non ostile e alle persone che ci lavorano, perché sono riuscite a creare un’occasione importante di incontro e confronto, riflessione e dialogo, e perché da anni sensibilizzano sull’importanza delle parole, ricordandoci che “virtuale è reale”. I social non sono solo luogo di insulti, haters o fake news, ma anche e soprattutto strumenti che avvicinano, uniscono e accorciano le distanze.