Secondo i dati della Las Vegas Convention and Visitors Authority (LVCVA), nel 2024 Las Vegas ha accolto 41,7 milioni di visitatori, registrando un incremento del 2,1% rispetto all’anno precedente e consolidando la sua posizione tra le destinazioni turistiche più popolari al mondo. Per quanto riguarda il settore del gioco, le entrate in Nevada – che includono Las Vegas ma non si limitano ad essa – hanno raggiunto la cifra record di 15,6 miliardi di dollari, secondo quanto riportato dal Nevada Gaming Control Board. Tuttavia, la dipendenza dal gioco d’azzardo continua a sollevare interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di un modello economico che, pur in evoluzione, resta esposto alle fluttuazioni del settore. La recessione del 2008, come gli eventi del 2020 legati alla pandemia di COVID-19, ci hanno già dato un assaggio di quanto possa essere fragile questa economia. Gli hotel sono stati chiusi, i casinò hanno dovuto ridurre la capacità e il numero di visitatori è crollato. Il recupero è stato lento, e le cicatrici lasciate dalla pandemia sono ancora visibili. Oltre alla vulnerabilità economica, la monocultura del gioco d’azzardo ha generato altri effetti collaterali sulla struttura sociale della città. La crescita rapida di strutture e servizi legati al gambling ha portato a un aumento dell’urbanizzazione e dei costi della vita, rendendo difficile per molte persone abitare e lavorare nella città. Ciò ha generato una disparità economica significativa, con un aumento della popolazione a basso reddito che vive in condizioni precarie. Inoltre i dati mostrano che, mentre le grandi case da gioco riescono a mantenere la loro redditività, i piccoli casinò di Las Vegas hanno registrato perdite consistenti, con 15 strutture minori che hanno subito una perdita combinata di 129 milioni di dollari. Il numero di piccoli casinò sulla Strip è in costante diminuzione dal 1990. Tale dinamica, che possiamo definire “darwinismo economico”, sta portando a uno scenario inaspettato: la graduale scomparsa delle piccole case da gioco indipendenti, a favore dei mega-resort, sta trasformando radicalmente il panorama urbano e sociale della città. Le sfide ambientali aggiungono un’ulteriore dimensione critica. La città deve affrontare una crescente pressione per la gestione delle risorse idriche, con i grandi resort che consumano quantità significative di acqua. Ciò porta a continue tensioni tra le esigenze della città di Las Vegas e la sostenibilità ambientale della regione.
Consapevole dei rischi legati alla sua monoeconomia, Las Vegas sta adottando strategie per diversificare le sue fonti di reddito. Negli ultimi anni, la città ha puntato su eventi sportivi, spettacoli, fiere, gastronomia di alto livello e campi da golf per attrarre un pubblico più variegato. L’arrivo di franchigie sportive come i Las Vegas Raiders della NFL e i Vegas Golden Knights della NHL, insieme all’introduzione del Gran Premio di Formula 1, ha trasformato radicalmente il panorama della città. Queste realtà sportive non solo attirano fan e turisti, ma stimolano significativamente l’economia locale. Il Gran Premio di Formula 1 di Las Vegas, in particolare, ha avuto un impatto economico straordinario. L’edizione del 2023 ha generato un giro d’affari di 1,5 miliardi di dollari, superando persino l’impatto del Super Bowl. L’evento ha creato 2.200 nuovi posti di lavoro locali e ha generato 77 milioni di dollari di gettito fiscale. Allo stesso tempo, Las Vegas si sta affermando come destinazione per conferenze e fiere, come HumanX 2025, grazie a moderni centri congressi e a una rete di hotel di alta qualità. Eventi quali il Consumer Electronics Show (CES), attirano migliaia di visitatori ogni anno, generando entrate che vanno oltre il settore del gioco d’azzardo. Arte e cultura stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante. Musei, gallerie d’arte e ristoranti stellati Michelin emergono come nuove attrazioni, contribuendo a ridefinire l’immagine della città. Le fiere e i congressi, già centrali nell’economia locale, si stanno ampliando per includere eventi più innovativi. Un esempio simbolico di questa trasformazione è “The Sphere”, una struttura avveniristica rivestita di schermi LED visibili a grande distanza. Progettata per ospitare concerti ed eventi di richiamo internazionale, come il recente successo degli U2 nel 2024, rappresenta un’icona del rinnovamento della città e del suo potenziale di reinvenzione.
Paradossalmente, proprio la diversificazione economica potrebbe accelerare il declino del modello tradizionale di Las Vegas. L’arrivo di studi cinematografici – con il progetto “Hollywood 2.0” – potrebbe attrarre una popolazione più stabile e benestante, modificando la demografia e le preferenze di consumo della città. Il progetto “Hollywood 2.0”, con un investimento da 1,8 miliardi di dollari, trasformerà il quartiere di Summerlin in un polo cinematografico di rilevanza internazionale.
Il complesso, denominato “Summerlin Production Studios”, prevede la realizzazione di dieci edifici su un’area di 31 acri, includendo uno studio di produzione di 500.000 metri quadrati e 100.000 metri quadrati dedicati a spazi commerciali, ristoranti e uffici. L’impatto occupazionale sarà significativo: il progetto creerà circa 10.000 nuovi posti di lavoro permanenti con uno stipendio medio di 100.000 dollari annui. Questi non saranno impieghi legati al settore del gioco, ma posizioni qualificate nell’industria cinematografica, prevalentemente sindacalizzate. La città sta già attirando produzioni importanti, come dimostrano i recenti film “Anora”, “The Last Showgirl” e la serie Netflix “Obliterated”. La partnership tra colossi come Sony Pictures Entertainment, Howard Hughes Holdings e la consulenza strategica dell’attore Mark Wahlberg garantisce solidità al progetto. Il complesso includerà anche strutture di supporto come un pronto soccorso e uffici amministrativi della Contea di Clark, segnando una svolta nella diversificazione economica della città. Tale cambiamento potrebbe quindi rendere obsoleto il modello dei piccoli casinò, accelerando la transizione verso forme di intrattenimento più sofisticate e meno dipendenti dal gioco d’azzardo, trasformando Las Vegas in una metropoli high-tech, dove il gambling sarà solo uno dei tanti settori economici, non più il cuore pulsante della città.
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