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Lo smartphone è lo specchio delle mie brame?

In occasione della giornata europea dei Genitori nella Scuola ho seguito un incontro organizzato da Foragas Lombardia.
La mia primogenita è nata nel 2009 lo stesso anno in cui Steve Jobs, durante la Apple World Wide Developers Conference, lanciò il primo modello della serie “s” di iPhone. Lavoravo all’epoca in un promettente network di magazine digitali e sostituì velocemente il blackberry con questo nuovo modello di cellulare. Nulla fu più lo stesso nelle comunicazioni prchè sin da subito iniziai ad usare la fotocamera a supporto degli appunti durante gli eventi stampa e le riunioni di redazione.
E nella mia galleria, si alternavano immagini della neonata a immagini di slides.
Così, ingenuamente è nata la dipendenza da screen, sotto gli occhi di mia figlia. Mi dicono però, di essere stata tutto sommato una mamma attenta perchè la mia figlianza non ha sviluppato patologie ed è cresciuta mediamente sana, senza cadere in dipendenze da algoritmo (almeno apparentemente). Ma io so che c’è un grande divario tra la mia generazione di Millennial, e quelle delle mie figlie, la Z e la Alpha. E non mi illudo troppo perchè l’ultimo modello di smartphone è per loro il regalo più ambito, la copertina di linus sul divano circondato di monitor, lo status simbol, il punto di riferimento.

A partire da questa introduzione sentimentale, mi slancio ma resto in bilico perchè da un lato riconosco le innegabili opportunità che questi dispositivi offrono in termini di comunicazione, informazione e accesso al sapere, dall’altro non posso fare a meno di interrogarmi e preoccuparmi riguardo al loro impatto. Domande sul “quando” sia il momento giusto per il primo telefono, su come educare a un utilizzo responsabile e consapevole, e su come bilanciare la vita online con quella offline sono costantemente presenti. Alla ricerca di spunti di riflessione, ho seguito con interesse l’incontro “Smartphone specchio delle mie brame” organizzato dal Forum Genitori Lombardia, che si è rivelato un’occasione interessante per ascoltare diverse voci e prospettive su questo tema.

L’incontro si è aperto con i saluti della Dottoressa/Professoressa Gennarelli, padrona di casa dell’Istituto Tecnico per il Turismo Liceo Linguistico Gentileschi. Ha introdotto il tema sottolineando come gli smartphone siano un argomento di grande importanza e attualità, rappresentando una sicura fonte di riflessione sia per i genitori che per gli studiosi.

Successivamente, il Dottor Belli, in rappresentanza del Forum Regionale delle Associazioni dei Genitori e dell’ufficio regionale scolastico, ha evidenziato la rilevanza del tema non solo dal punto di vista pedagogico e psicologico, ma anche normativo. Ha menzionato gli sviluppi a livello di normativa e le indicazioni da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il Dottor Belli ha inoltre sottolineato l’opportunità dell’incontro per promuovere l’associazionismo genitoriale all’interno del sistema scolastico e la necessità di un dialogo sempre più costruttivo e puntuale con i genitori e le loro associazioni.

Il Dottor Silvio Petteni, referente pro-tempore Forex del Forum regionale delle associazioni della scuola della Lombardia e past president di AGESC (Associazione genitori scuole cattoliche), ha presentato l’evento come il primo di una serie di incontri volti a stimolare e sviluppare il tema del rapporto scuola-famiglia. Ha spiegato che il Forex è un organismo creato dal Ministero (ora MIM) nel 2002 per permettere ai genitori di essere più presenti nella scuola, riprendendo il tema dell’associazionismo. Il Dottor Petteni ha introdotto il tema specifico della serata, “come convivere con lo smartphone oggi“, riconoscendone la stretta attualità e la delicatezza. Ha osservato come l’uso dello smartphone sia pervasivo nella società odierna, con implicazioni sul comportamento, lo studio, la salute e la disciplina, ma ha anche riconosciuto i lati positivi legati alla possibilità di studiare meglio, sognare e viaggiare. Ha concluso sottolineando la necessità di utilizzare questi dispositivi con testa e attenzione, riconoscendo i limiti e i pericoli.

Rosella Blumetti, moderatrice dell’incontro, membro del Forum regionale delle associazioni genitori, ex referente FOPAX e membro del direttivo nazionale CGD, nonché docente di sostegno specializzata, ha inquadrato l’incontro nel contesto della Giornata Europea dei genitori della scuola. Ha condiviso riflessioni personali sull’evoluzione dei social media, ricordando il suo primo account Facebook nel 2008 e l’esperienza di colleghi inglesi che avevano già sperimentato la dipendenza. Ha evidenziato come anche gli adulti siano immersi nel digitale e ne subiscano il fascino e le difficoltà. La professoressa Blumetti ha sottolineato come la pervasività degli smartphone provochi difficoltà ed effetti concreti, specialmente in ambito scolastico, citando i risultati della ricerca ISAP. Questa ricerca ha evidenziato come chi ha ricevuto lo smartphone precocemente (in quinta elementare) abbia performance scolastiche statisticamente significative più negative in italiano e matematica rispetto a chi lo ha ricevuto più tardi (in prima superiore). Ha inoltre menzionato il concetto di reverse digital divide, dove la diffusione massiccia degli smartphone ha aumentato le disuguaglianze e la dipendenza. L’obiettivo dell’incontro, ha ribadito, è quello di capire gli aspetti positivi e negativi e di individuare buone pratiche da condividere.

La Professoressa Stefania Garassini, giornalista, docente universitaria ed esperta di media digitali, si è concentrata sulla natura non neutrale della tecnologia. Ha spiegato come la tecnologia favorisca certi comportamenti, come la distrazione. Ha analizzato i meccanismi che rendono difficile governare gli smartphone e che creano dipendenza, come l’attenzione involontaria catturata dalle notifiche rosse e l’aggiornamento continuo dei contenuti. Ha introdotto il concetto di “Fear of Missing Out (FOMO)” e il sistema di gratificazione legato a like e commenti, paragonandolo a quello delle slot machine. La Professoressa Garassini ha sottolineato come i social media quantifichino il valore personale attraverso i numeri, con impatti negativi sull’autostima degli adolescenti. Ha descritto la vulnerabilità del cervello, soprattutto quello dei bambini e degli adolescenti, a queste dinamiche. Ha illustrato gli effetti negativi dell’uso precoce degli schermi sull’acquisizione del linguaggio, sul sonno e sull’attenzione, e anche l’aumento dei casi di miopia. Ha evidenziato come l’apprendimento da video in età prescolare sia inefficace senza la mediazione di un adulto. Si è soffermata sulla sensibilità alla gratificazione del cervello adolescente e sui rischi dei social media come l’adescamento online e l’impatto sulla salute mentale, citando studi come quello del Surgeon General americano. Ha insistito sull’importanza di rispettare l’età minima per l’accesso ai social network (14 anni in Italia) e sulla necessità di un approccio graduale alla tecnologia, privilegiando strumenti condivisibili e introducendo lo smartphone per ultimo. Ha fornito diverse ragioni per ritardare il regalo dello smartphone, ricordando che internet è un mondo fatto da adulti. Infine, ha presentato i “Patti Digitali” come strumento di educazione digitale di comunità, basati su principi di tempi giusti, preparazione all’autonomia digitale, regole condivise e importanza dell’esempio degli adulti. Ha accennato anche al decalogo per le scuole come strumento per supportare questo percorso.

Il Dottor Renato Rovetta, Presidente dell’Organo di garanzia del primo grado presso l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dirigente tecnico con funzioni ispettive, ha offerto un’analisi della normativa relativa al digitale nella scuola. Ha evidenziato una apparente “schizofrenia” legislativa tra una politica più recente orientata al divieto dell’utilizzo degli smartphone a scuola e un orientamento invece volto a sviluppare le competenze didattiche degli insegnanti sull’uso corretto delle tecnologie. Ha ripercorso la storia della normativa, citando la circolare del 1998, la nota Fioroni del 2007 (che rimandava alle scuole la necessità di regolamentare internamente), la circolare del 2022 e quella più recente del luglio 2024. Ha sottolineato come l’autonomia scolastica sia fondamentale per la regolamentazione interna, in base alle diverse realtà e contesti delle scuole. Ha discusso il concetto di “Bring Your Own Device (BYOD)“, che ha avuto un certo successo come approccio didattico. Condividendo la sua esperienza come Presidente dell’Organo di Garanzia, ha fornito dati sulle violazioni disciplinari più frequenti nelle scuole lombarde, dove l’uso improprio o non autorizzato di cellulare o altre tecnologie informatiche rappresenta la percentuale più alta. Ha riflettuto sul valore educativo dei provvedimenti disciplinari, sottolineando che la finalità educativa non è intrinseca alla sanzione. Ha menzionato le nuove normative sulle sospensioni, che prevedono attività a favore della comunità scolastica. Ha concluso sull’importanza di un dibattito all’interno delle scuole sul corretto uso delle tecnologie e sul valore educativo delle sanzioni, in vista dell’aggiornamento dei regolamenti d’istituto.

Ascoltare le diverse prospettive emerse durante l’incontro “Smartphone specchio delle mie brame” ha offerto una visione più chiara e articolata della complessità che circonda l’uso degli smartphone da parte dei ragazzi. Le preoccupazioni evidenziate dalla ricerca scientifica sull’impatto dell’accesso precoce e dell’uso eccessivo non possono essere ignorate, ma al tempo stesso ho trovato incoraggiante l’enfasi posta sull’importanza dell’educazione digitale e sulla forza di una comunità educante.

L’idea dei Patti Digitali mi sembra un passo concreto e positivo verso un approccio più consapevole e condiviso. La possibilità di dialogare con altre famiglie e con la scuola per stabilire insieme regole e strategie mi fa sentire meno solo di fronte a questa sfida. Riconosco il ruolo cruciale che noi genitori abbiamo come modello nell’uso responsabile della tecnologia e l’importanza di guidare i nostri figli verso un utilizzo equilibrato che non comprometta il loro sviluppo e il loro benessere. Credo fermamente che attraverso la consapevolezza, il dialogo continuo e l’azione collettiva, possiamo trasformare lo smartphone da potenziale fonte di preoccupazione a uno strumento utile e integrato nella crescita dei nostri ragazzi. Iniziative come questa che partano dalla scuola, luogo dove i ragazzi trascorrono il miglior tempo della loro giornata,  sono da sostenere.

Grazia D

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Grazia D

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