Ieri, 20 gennaio 2025, durante la cerimonia di insediamento del presidente Donald Trump, erano presenti quelli che Morozov nel suo libro del 2016 “Silicon Valley: i signori del silicio” ha definito appunto i signori del silicio. E così da Elon Musk, a Mark Zuckerberg, a Jeff Bezos a Tim Cook, a Sam Altman, fino all’a.d. di Google, Sundar Pichai hanno applaudito sorridenti il 47esimo presidente degli Stati Uniti che annunciava provvedimenti esecutivi in netta divergenza con i propri principi fondamentali. Dall’inclusione, alle auto elettriche, all’inquinamento…Trump spazza via anni di lavoro* e loro applaudono.
Una cerimonia delirante e anacronistica da qualsiasi punto di vista la si voglia guardare. Tranne forse dal punto di vista di Trump stesso e da quello di Musk, che non si capisce con quanta consapevolezza, riesce a fare anche un esultante e vivace saluto romano.
Nel suo libro, Morozov, noto per le sue critiche al mondo tecnologico, analizza le promesse fatte dalle grandi aziende della Silicon Valley che proclamano prosperità, uguaglianza e una nuova società basata sulla condivisione e l’accessibilità. Morozov mette in discussione queste affermazioni, sostenendo che tali compagnie rappresentino una nuova forma di capitalismo che concentra potere economico e politico nelle mani di pochi, mascherato dalla retorica della rivoluzione digitale.
*I provvedimenti principali hanno riguardato:
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