Tech & Internet

“I crimini di guerra sono crimini di guerra. Anche se sono commessi da alleati”

Tra le migliaia di intellettuali, politici e persone normali che sostengono questa sensata posizione a proposito della ripresa dello scandaloso conflitto israelo-palestinese, c’è anche Paddy Cosgrave, il fondatore del Web Summit. A lui, queste parole, hanno però costato le dimissioni da CEO. Dal 30 ottobre, la nuova CEO del Web Summit è Katherine Maher.

Il Web Summit entra così in una fase successiva, quella della rappresentanza femminile, che pure è sempre stata ben presente (con punte oltre il 50% nel totale della platea negli anni precedenti). Peccato che il passaggio sia stato rocambolesco, frutto di una necessaria riparazione: una “pezza” dove non sarebbe servito mettere una pezza se solo la comunità tecnologica fosse prima di tutto, naturalmente  “pacifista”.
E invece l’industria tecnologica ha dimostrato la sua anima nera, lontana dal perseguire “impatto positivo su milioni di persone” come sosteneva Raymond Kurzweil, è orientata a certificare il monopolio nazionalista e quasi etnico delle innovazioni. Tutto questo rientra nella barbara polarizzazione delle opinioni sul conflitto tra Israele e Hamas, a danno di vite umane. L’ambasciatore israeliano in Portogallo, Dor Shapira, ha annunciato che il suo Paese non parteciperà più alla conferenza Web Summit a seguito delle dichiarazioni di Cosgrave e, come era prevedibile, dopo queste dichiarazioni alcune aziende israeliane si sono ritirate dall’evento, generando disequilibrio perché, la “polarizzazione” riguarda anche il settore tecnologico.
Infatti, la nazione delle startup, così come è stata ribattezzata Israele, deve al settore tecnologico il 20% del proprio prodotto interno lordo e il 60% dell’export.
Mancare la più grande kermesse dedicata all’innovazione in Europa, può essere un danno, in primis, per l’indotto tecnologico israeliano: la più grande conferenza tech è capace di portare a Lisbona 72 mila persone da ogni parte del mondo.
In un clima poco pacifista e scarsamente collaborativo, la nuova CEO Katherine Maher dovrà fare i salti mortali per riuscire a districare questa matassa geopolitica. Un incarico spinoso che però, dalle prime dichiarazioni, sembra voler gestire con la giusta attenzione alle cose, senza alimentare una narrazione old style.

Sono entusiasta di annunciare che entrerò a far parte di Web Summit come CEO, perché credo nella missione di Web Summit di connettere persone e idee che cambiano il mondo. Il nostro compito immediato è riportare l’attenzione su ciò che sappiamo fare meglio: facilitare le discussioni tra tutti coloro che sono coinvolti nel progresso tecnologico.”

E noi, ne apprezzeremo, in presenza dal 13 al 16 novembre,  il gusto e l’entusiasmo.

Grazia D

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